Da vedere tra Palazzolo sull'Oglio e Gussago

Approfondimento: 
PALAZZOLO SULL’OGLIO
L’abitato di Palazzolo sull’Oglio è dominato dalla torre cilindrica detta del Popolo, alta quasi 100 metri e costruita nel 1813 sul posto di uno dei torrioni dell’antico castello medioevale. Detto anche Rocha Magna, il maniero fu edificato fra IX e X secolo ed è oggi testimoniato dalla cinta muraria, dal profondo fossato e da resti del ponte levatoio. Sulla piazza principale si affaccia la Parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita su progetto di Giorgio Massari intorno alla metà del XVIII secolo; al suo interno propone affreschi di Pietro Scalvini, un polittico di Vincenzo Civerchio e pregevoli opere di Grazio Cossali. Dirimpetto la chiesa si trova il duecentesco Palazzo del Comune (adibito a sede di una banca), che della configurazione originaria ha conservato due bifore con capitelli altomedievali; poco discosta si erge infine l’antica pieve, decorata da pitture murali attribuite all’ambito dei Campi (1599).
San Giacomo di COLOGNE
Nel 1569 si inaugurava nelle immediate vicinanze di Cologne, ma in posizione isolata, il convento di San Giacomo, profondamente voluto dalle popolazioni locali. Affidata alle cure dei frati cappuccini, la semplicissima costruzione contava 26 celle e dava alloggio a una comunità di circa venti religiosi, fra predicatori, missionari, professori, uomini di carità e studenti; a partire dal XVIII secolo il convento divenne sede di un prestigioso centro di studi teologici e filosofici, dotato di una rinomata scuola: quando nel 1805 l’istituzione religiosa fu soppressa, andarono dispersi l’archivio e la ricca biblioteca che si erano venuti configurando nell’arco di due secoli. Dopo anni di abbandono, continua oggi, pur nelle vesti di albergo ristorante, l’antica tradizione di ospitalità.
ERBUSCO
Di impronta romanica, l’antica pieve di Erbusco è stata rifatta nel Quattrocento e costituisce un eloquente esemplare d’architettura lombarda, arricchita nell’interno da affreschi trecenteschi. Lungo via Verdi si dispone invece la bella sequenza di dimore sei e settecentesche abitate in passato dai maggiori esponenti dell’aristocrazia bresciana. Significativo in questo senso Palazzo Lechi, con cortile a portico e loggiato impostato su caratteristica pianta a “U”; si notino anche Palazzo Cavalleri, sede prestigiosa del Municipio, e Palazzo Chizzola, che prospetta all’angolo con piazza della Chiesa.
CAZZAGO SAN MARTINO
Nelle tranquille località che compongono il comune, Calino, Cazzago e Bornato, si trovano numerosi tesori d’arte e architettura. A Cazzago si distinguono alcuni palazzetti ben conservati, di cui sono rappresentativi il Palazzo Oldofredi, bella sede municipale caratterizzata da una torretta dal porticato cinquecentesco, e la Villa Guarnieri, il cui prospetto settecentesco, stretto da torri laterali, è movimentato da una serie di arcate.
La Parrocchiale di CALINO
La graziosa località si stringe ai piedi della Parrocchiale di San Michele Arcangelo, innalzata a partire dal 1767 e ornata da una tela di Antonio Cifrondi e da affreschi di Giuseppe Teosa. Il solenne prospetto è scandito verticalmente da un doppio ordine di lesene che nella parte inferiore sorreggono una possente cornice marcapiano, mentre nella parte superiore sostengono un basso frontone. Dirigendosi verso Bornato si scorge in lontananza il complesso dei palazzi Maggi, fra i quali emerge Villa Maggi della Gradella, ove si segnalano gli affreschi attribuiti a Lattanzio Gambara, illustre pittore bresciano.
Il Castello e la Pieve di BORNATO
Il singolare complesso del castello di Bornato, che vigila il panorama dall’alto di un colle, è costituito da una villa rinascimentale sorta fra le possenti mura di una roccaforte medievale esistente sin dal XIII secolo. La villa, costruita a partire dal 1562 come residenza nobiliare della famiglia Gandini, reca nella belle sale affreschi dipinti fra i secoli XVII e XIX. Tutt’attorno si articola un vastissimo parco settecentesco, arricchito da essenze rare e piante secolari, che abbraccia un giardino geometrico all’italiana e uno romantico all’inglese. Non lontano si incontrano le rovine dell’antichissima Pieve, presso la quale era situato il nucleo originario dell’abitato di Bornato. La chiesetta, edificata intorno all’anno 1000, fu rimaneggiata in forme romaniche nel corso dell’XI secolo e quindi rinnovata nel corso del ‘700. Abbandonata da decenni conserva ben poche tracce degli affreschi quattro e cinquecenteschi.
PASSIRANO
L’abitato di Passirano, che oggi si presenta unitario e armonicamente distribuito attorno alla Parrocchiale di San Zenone, era un tempo diviso nelle due borgate di Passirano Sera e Passirano Mattina, ben distinte ed entrambe dotate di parrocchiale e castello. Mentre il castello di Passirano Sera si è mantenuto in buone condizioni, della fortezza di Passirano Mattina si riconoscono solo poche tracce murarie in via Vittorio Veneto. La nuova parrocchiale, che abbiamo detto essere il fulcro del centro moderno, sorge invece sul luogo del Santuario di San Rocco, innalzato a fine ‘400 proprio a metà strada fra i due antichi villaggi.
Il Castello
Il grande castello di Passirano rappresenta uno degli esempi meglio conservati di “recinto fortificato” della Lombardia orientale. Esistente dal X secolo, ma completamente risistemato nella soluzione attuale nelle epoche successive, il maniero di impianto quadrangolare è contraddistinto da torrette angolari semicircolari, dal possente mastio e da un ampio cortile interno. Fra Sei e Settecento furono costruiti l’alta torretta che si eleva al di sopra delle mura e il portone che funge da ingresso. Nel corso del ‘700, invece, la struttura fu dotata di una torre munita di specola astronomica, detta appunto “della Specola”, di cui oggi resta solo una porzione. Le merlature ghibelline e la cinta di mura perimetrale furono infine aggiunte nell’Ottocento.
PADERNO FRANCIACORTA
L’abitato di Paderno Franciacorta è abbellito da alcune dimore signorili di grande pregio, fra cui si ricordano Palazzo Oldofredi, Casa Saldrinelli, sede del Municipio, e Villa Martinengo Villagana Guaineri. La chiesa Parrocchiale di San Pancrazio, progettata nella seconda metà del Settecento dall’architetto Marchetti, è internamente arricchita da affreschi di Pietro Scalvini e di Giuseppe Toesa, che si accompagnano a raffinate decorazioni in stucco. Sulla facciata si distinguono le statue in pietra di Santi Pancrazio, titolare della chiesa, di San Gottardo, santo patrono del paese al quale è dedicata la chiesetta situata nei pressi del cimitero.
L’immagine del borgo è caratterizzata dal profilo del castello ricetto sorto ancor prima dell’anno 1000 ma profondamente modificato nel corso dei secoli e in particolare nell’Ottocento. Dal XVI secolo il maniero ospita fra le sue mura il Santuario detto della Madonna del Castello, che cela una immagine molto venerata dalle popolazioni locali.
RODENGO SAIANO
La vita degli abitanti di Rodengo e Saiano, unite in un unico comune solo nel 1927, è storicamente interessata dalla presenza sul territorio di importanti istituzioni religiose, rappresentate in primis dall’Abbazia di San Nicola a Rodengo e quindi dalle chiese parrocchiali del Cristo re a Saiano e di San Rocco a Padergnone. Passeggiando per il nucleo più antico dell’abitato si potranno inoltre vedere i ruderi del castello di Saiano e alcune eleganti palazzetti, fra cui: Villa Masperoni, di stampo medievale con i tre bei portali in pietra bugnata, la neogotica Villa Maria e Villa Molinari.
L’Abbazia di San Nicola
Situata nel cuore della Franciacorta, l’Abbazia di San Nicola è uno dei principali monumenti del luogo, carico di fascino e ricco di opere d’arte rappresentative della scuola pittorica bresciana. Fondato nell’XI secolo dai monaci benedettini di Cluny, nel corso del ‘400 il monastero passò ai benedettini Olivetani, i quali nei secoli patrocinarono i principali interventi di ricostruzione e abbellimento dell’abbazia. Soppresso in seguito agli editti napoleonici del 1797, il luogo di culto fu acquisito dallo Stato e riassegnato nel 1969 agli Olivetani i quali, oggi come allora, conducono la loro vita negli antichi ambienti che si articolano attorno ai tre splendidi chiostri rinascimentali. L’apparato pittorico e decorativo dell’Abbazia, come detto favorito dai monaci Olivetani, è opera dei più grandi pittori bresciani del Rinascimento e comprende numerosi affreschi ben conservati. Partendo dunque dalla Foresteria riconosciamo nelle vigorose figure della Madonna col Bambino e San Giovannino l’aspra mano del Romanino, impegnato in questa sala, a partire dal quarto decennio del ‘500, nella rappresentazione di episodi evangelici e di un finissimo brano di natura morta; a seguire, oltrepassato il Chiostro Grande, entriamo nel Refettorio, ove l’affresco tardo quattrocentesco della “Crocifissione”, realizzato nell’ambito di Vincenzo Foppa, campeggia fra armoniose pitture di fine Cinquecento. Di tutt’altra foggia invece l’Antirefettorio, ove incombono sull’osservatore le impressionanti scene bibliche dipinte da Lattanzio Gambara nell’ottavo decennio del ‘500. Annessa al monastero, infine, è la quattrocentesca chiesa di San Nicola di Bari, edificio a navata unica, riccamente affrescato alle pareti e sulla volta da Giovan Battista Sassi (XVIII secolo) e preceduto da un piccolo protiro. Entrati nella chiesa è doveroso soffermarsi ad ammirare la pala dell’altare maggiore, dipinta attorno al 1540 da Alessandro Bonvicino detto il Moretto e raffigurante “Cristo in gloria consegna le chiavi a San Pietro e il libro della dottrina a San Paolo ”; esemplare per la fase matura del maestro, l’opera è condotta con sapiente tocco pittorico che, variando di impasto e tenuta coloristica, modella la solida robustezza dei due apostoli, evocando fra il grigiore argenteo delle nubi l’incorporea apparizione di Cristo.
GUSSAGO
Sulla cima di una collina nei pressi di Gussago svetta l’imponente profilo neogotico della Santissima. Si tratta di un ex convento domenicano soppresso a fine ‘700 e acquistato circa un secolo dopo dal nobile Paolo Richiedei, il quale lo trasformò nell’attuale castello neogotico su disegno del pittore Angelo Inganni. In centro, l’edificio di maggior rilevanza è la Parrocchiale di Santa Maria Assunta, progettata intorno al 1742 da Giorgio Massari ma ultimata da Rodolfo Vantini solo nel 1833. Nel 1857 Luigi Basiletti completò l’opera apponendovi una monumentale scalinata alla quale nel 1879 Antonio Tantardini aggiunse i due splendidi leoni scolpiti. La decorazione interna comprende gli affreschi dell’abside di Gaetano Cresseri, ornati di Giuseppe Trainini e due tele di Angelo Inganni, la “Deposizione” e “L’Angelo della purità”.